Natale con i tuoi
Ci siamo. Sono seduta nel solito Irish pub del Terminal 4 di JFK, aspettando l’imbarco.
Vi ho mai detto che mi piacciono gli aeroporti? In realtà li ho trovati affascinanti e misteriosi fino ai 18 anni, quando ho preso per la prima volta un aereo. Poi sono diventati una specie di limbo, un non-luogo, uno spazio di transito dove l’attività migliore è osservare l’umanità di passaggio e le sue innumerevoli varietà.
Ma ora non ho più 18 anni, di aerei ne ho presi prarecchi e quell’alone di mistero è svanito; eppure gli aeroporti mi piacciono ancora. Sono seduta con un bicchiere di sidro mezzo vuoto e un cappellino da Babbo Natale in testa. La cameriera che ci ha serviti deve averci preso in simpatia e ci ha portato il conto su uno scontrino decorato a tema. È l’antivigilia di Natale e sto tornando “a casa” per le feste. La stessa esperienza l’ho fatta per il Natale 2009, quando ho preso il treno dall’Austria, dove stavo in Erasmus, per tornare a casa per Natale. È un momento che ti fa sentire vecchio, stai tornando dalla famiglia per le feste, un concetto nuovo per me, cresciuta in provincia e sempre in casa coi miei.
Quest’anno ci risiamo, siamo in partenza da un JFK gremito e stritolato dal traffico prenatalizio. Sono sopravvisuta ai miei primi 3 mesi di lavoro indeterminato qui negli States, presso la Sacred Heart University di Fairfield. Sono sopravvissuta alle 3 feste natalizie aziendali e ai vari festeggiamenti con amici e parenti oltreoceano. Ma ora sono pronta.
E finite le feste tornerò “a casa”. È strano e allo stesso tempo divertente avere due posti che chiami casa, ma basta alzare lo sguardo qui al Terminal 4 e rendermi conto che la mia condizione non ha nulla di speciale. Sono migliaia i globetrotter come me: expats per lavoro, studenti all’estero, emigrati in cerca di fortuna.
Questo periodo dell’anno significa qualcosa per gran parte di queste persone. Tanto da far loro fare valigie, ore di coda per arrivare in aeroporto e occhiaie da jet lag. Buon Natale viaggiatori. Che i vostri ritorni a casa siano sicuri, pacifici, senza inconvenienti e i vostri occhi possano illuminarsi della luce che brilla sempre “a casa”.